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Per qualche imponderabile guizzo del destino, la Biblioteca Comunale di Segrate ha iniziato ad acquistare la narrativa coreana che varie case editrici grandi e medie si sono messe a pubblicare negli ultimi tempi. Che felicità!

Qualche tempo fa lessi Il signor Han di HWANG Sok-yong, che non mi aveva entusiasmata, ma incuriosita sì. Questa volta sono stata attirata da Il figlio dell’uomo di I Mun-yeol ma, come mio solito, invece che puntare dritta al mio obiettivo, ho preferito girarci intorno. E così ecco che Un piccolo eroe sbeffeggiato mi è finito in mano.

Il Nostro, HAN Pyong-t’ae, è un bambino delle elementari appena trasferitosi in campagna da Seoul. Si trasferisce nella nuova scuola accompagnato da un po’ della spocchia del cittadino, ma la realtà che lo attende è in realtà assai più amara di quanto non immagini. Nella sua classe l’autortà ufficiale – il maestro – è riverita formalmente, ma a dettare legge è invece un compagno di classe: OM Sok-tae.

Sok-tae si concede qualsiasi sopruso ed esercta il suo potere arbitrariamente, ma quel che è peggio è che tutti i compagni gli obbediscono senza discutere. Pyong-t’ae è scandalizzato dal loro comportamento e cerca di sobillarli alla rivolta, senza alcun successo.

Si rivolge allora al maestro, ma anche questa volta la sua è una doccia fredda: il maestro è inerte e preferisce approfittare della disciplina imposta da Sok-tae alla classe, avallando così do fatto la sua autorità, piuttosto che rimboccarsi le maniche e svolgere il proprio lavoro. Lo redarguisce anche: solo perché a Seoul le cose vanno diversamente e non ci sono OM Sok-tae, non significa che vadano meglio. È lui che si deve adattare.

Per mesi Pyong-t’ae subisce l’ostracismo dei suoi compagni di classe e decide infin di arrendersi. Entra a tutti gli effetti nel gruppo di Sok-tae che anzi fa di lui il proprio braccio destro.

Finché un giorno non viene a conoscenza del segreto che potrebbe distruggerlo…

Un piccolo eroe sbeffeggiato (che però non rende bene l’idea quanto il titolo con cui era originariamente uscito in Italia: Il nostro eroe decaduto) parla di una cosa: di mafia. Parla di quell’influenza ambientale pervasiva che fa sì che si obbedisca ad un’autorità che non è quella legittima senza sollevare obiezioni.

Nessuno dei ragazzi è contento del potere di Sok-tae, ma tutti quanti vi si piegano: per convenienza, per paura, e – i più – per inerzia.

È l’estraneità di Pyong-t’ae al sistema che glielo fa percepire come perverso; tuttavia finisce con l’adeguarvisi per sopravvivere.

Però Pyong-t’ae possiede una propria fierezza, che me l’ha reso simpatico.

Quando Sok-tae si trova in dfficoltà, infine, rifiuta di unirsi a coloro che lo attaccano tralasciando di essere stati suoi complici per anni: Pyong-t’ae invece opta per il silenzio, scegliendo di bere fino in fondo il calice al quale si è accostato. Non ha dimenticato che quegli stessi compagni avevano rifiutato di ribellarsi a Sok-tae, quando lui gliel’aveva proposto.

Sono loro i veri fautori della prevaricazione, delle prepotenze che ciascuno era stato costretto a subire; e sono il loro opportunismo e la loro passività fatalista ciò che lo fanno temere per il futuro: Pyong-t’ae presente che la fragile democrazia instauratasi dopo la caduta di Sok-tae verrà incrinata al primo soffio di vento, che basterà l’arrivo di un altro Sok-tae per mutarla nuovamente in sottomissione.

Quando vede tutto ripetersi, una volta adulto, solo e privo di riferimenti, Pyong-t’ae potrà soltanto cercare la consolazione temporanea offerta da una bottiglia.

Non mi  spiaciuto. Certo è molto breve, si legge in una sera o due. Non mi ha convinta del tutto, però mi ha convinta abbastanza da indurmi a prendere in prestito l’altro libro di I Mun-yeol che si trova in biblioteca.

Facendo ricerche bibliografiche, tra l’altro, ho scoperto che in italiano è stato tradotto tantissimo e quasi tutto da Giunti negli anni Novanta. (Giunti esiste ancora?? Non mi ricordo neanche l’ultima volta che ho letto loro un libro. In catalogo però hanno un sacco di ottime cose, davvero vale la pena di dare una sbirciata.)

Autore: Yi Munyol (traslitterazione corretta: I Mun-yeol, hangul: 이문열, hanja: 文烈)

Editore: Bompiani   Anno: 2007 (Edizione originale: 1987)   118 pagg.

Titolo originale: Urideurui ilgeureojin yeong-ung (우리들의 일그러진 英雄)

Traduttore: Maurizio Riotto

ISBN: 978-88-452-5924-1

Già pubblicato come

Titolo: Il nostro eroe decaduto

Editore: Giunti   Anno: 1992   120 pagg.

Traduttore: Maurizio Riotto

ISBN: 978-88-09202351


6 risposte a “Un piccolo eroe sbeffeggiato”

  1. Avatar utente anonimo
    utente anonimo

    veramente trp carino qst libro leggetelo

  2. Avatar Cremantirughe

    vbbè lo leggiamo.
    sperm d capicc qlcs

  3. Avatar Cremantirughe

    ehm… sperm sta per speriamo.
    Che qui altrimenti arriva la censura.

  4. Avatar Tamakatsura

    Io nn cnsuro nnte xò ptrbbe Sre un prob x il tuo frwll 😉

    …w le vocali…

  5. Avatar Cremantirughe

    che già il tuo spintissimo blog perplime il mio casto firewall…

  6. Avatar Tamakatsura

    Ben per quello! Non è il caso di dargli ulteriori indizi delle turpitudini che si annidano fra queste pagine…

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