Ho finito di leggerlo una mattina di febbraio, rabbrividendo. Rannicchiata sotto il piumone giravo una pagina dopo l’altra, mentre la notte cedeva il passo alle prime luci del giorno. Atti umani mi ha investita con la sua intensità, la sua urgenza, e la sua misura.
In Atti umani Han Kang sviluppa una riflessione sul tema della violenza da parte del potere pubblico. Per farlo trae spunto da un episodio della storia recente della Corea del Sud: i fatti di Gwangju, ovvero le dieci giornate di manifestazioni di protesta e repressione violenta che insanguinarono le strade della città meridionale di Gwangju nel maggio del 1980. Continua a leggere